Tutti possono investire
Come riuscire a fare un investimento
Cosa vuole dire fare un investimento? Significa semplicemente disporre di una somma, impegnarla per un tempo variabile, da poche ore a diversi anni su un asset al fine di ottenere un rendimento dalla somma impegnata che va ad incrementare la stessa somma. Non esiste un investimento che dia certamente un rendimento senza affrontare contemporaneamente anche una dose di rischio di perdere parte della somma impegnata, ogni asserzione contraria va considerata come falsa.
Per essere più precisi, esistono alcuni strumenti in cui il rischio è talmente basso da essere trascurabile: ci riferiamo, ad esempio, a titoli di Stato italiani o di altri Stati con un’economia stabile e ai Buoni Fruttiferi Postali, garantiti dallo Stato italiano. In questi casi in pratica si fa un prestito allo Stato e lo stesso riconosce alla scadenza il capitale incrementato del rendimento stabilito alla sottoscrizione. L’unico rischio possibile in questi è relativo al fallimento dello Stato ma quelli con economie stabili non presentano rischi di questo genere.
Diverso è il caso in cui una persona investisse il proprio denaro su titoli di uno Stato in forte difficoltà: il rischio di un’impossibilità da parte di quello Stato di rispettare l’impegno di restituzione diventa significativo. E’ il caso, ad esempio, attualmente della situazione Venezuelana e, in passato, dei Bond Argentini: chi aveva investito in Bond Argentini ha visto quasi azzerare il loro valore, perdendo il denaro investito e lo stesso sta avvenendo con il Venezuela, uno Stato in ginocchio dal punto di vista economico, al collasso. Tuttavia, se una persona si sentisse di affrontare un certo rischio, anche questo investimento può essere parecchio remunerativo, di fatto scommettendo sulla capacità di tali Stati di rialzarsi.
Al momento i titoli del Venezuela, per tornare a questo esempio, hanno un valore quasi azzerato, acquistarli significa spendere poco per ciascun titolo, quindi con poco denaro si può fare un investimento. Quando un Paese ha toccato il fondo non può andare più in basso di così, quindi nel lungo periodo si può ipotizzare un rialzo del valore dei titoli acquistati, realizzando di conseguenza interessanti guadagni.
L’esempio greco
Negli ultimi anni la Grecia ha sofferto una gravissima crisi che l’0ha portata ad un passo dalla Grexit, dall’uscita dall’UE, una cosa che si sarebbe certo realizzata se la stessa UE non avesse fornito consistenti aiuti al Paese ellenico per superare le difficoltà, pur in cambio di riforme lacrime e sangue per il popolo greco che ha vissuto momenti davvero bui e drammatici. Infine, con tanti sacrifici, l’economia greca si sta riprendendo, il Pil è in rialzo, ritornando in positivo e la disoccupazione si sta riducendo. I rendimenti dei Titoli di Stato greci che nel 2012 superavano il 25% oggi si sono ridotti ad un quinto o poco più; data la reciprocità del legame valore/rendimento, il valore dei titoli decennali, si è incrementato notevolmente. Chi avesse acquistato questi titoli a basso costo nel momento della crisi oggi, a sei anni di distanza, avrebbe visto triplicare il proprio capitale, un risultato impossibile da ottenere in modi diversi.
Questi fatti insegnano che con un po’ di coraggio e mantenendo il timone dell’investimento dritto anche di fronte a situazioni che sconsiglierebbero l’investimento stesso, si possono ottenere rendimenti davvero notevoli. Con questo non stiamo consigliando di investire in prodotti finanziari fallimentari ma certamente si dovrebbero fare considerazioni anche contro corrente, non farsi prendere dalla sindrome del gregge, ragionare con la propria testa e decidere di conseguenza.
Sono tanti gli investimenti possibili anche con poco denaro a disposizione e mentre investi una parte in qualcosa di abbastanza solido, che peraltro ti darà poco in termini di rendimento, considera anche l’opportunità di impegnare piccole somme in investimenti più inceri ma che possono dare ottimi rendimenti magari pure in tempi lunghi e mantieni ferma la tua posizione anche quando ci sarebbe di che scoraggiarsi.